Rigenerazione di un cuore umano, lo studio
Ogni anno, nel mondo, si hanno 15 milioni di nuovi casi di scompenso cardiaco, di cui l’80% avviati da un precedente infarto. Attualmente le cure disponibili per l’insufficienza cardiaca sono in grado solo di rallentarne la progressione.
Per migliorare il decorso di tale patologia, sono stati condotti numerosi studi di rigenerazione cardiaca al fine di evitare il trapianto nei pazienti.
Una prospettiva innovativa arriva dal progetto europeo BIORECAR – Direct cell reprogramming therapy in myocardial regeneration through an engineered multifunctional platform integrating biochemical instructive cues, che propone una strategia di medicina rigenerativa per ripristinare nei tessuti cardiaci fibrotici la normale funzione contrattile attraverso quella che viene definita come “riprogrammazione cellulare diretta”, stimolata dall’iniezione di biomateriali in grado di rilasciare specifici fattori.
Un team di ricercatori americani ha messo a punto un sistema per la trasformazione dei tessuti cicatriziali che si formano in seguito a un infarto in tessuto cardiaco sano. Il trattamento si basa sulle molecole di microRNA che garantiscono la rigenerazione tissutale senza ricorrere all’impianto di cellule staminali. La ricerca, pubblicata su Circulation Research dagli scienziati del Duke University Medical Center, è stata condotta su modello animale, ma nel caso in cui ulteriori studi riuscissero a confermare gli stessi risultati sull’uomo, ciò si tradurrebbe in una vera e propria svolta nel trattamento di milioni di persone colpite da scompenso cardiaco.
Un gruppo di ricercatori, coordinati da Mauro Giacca dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste, apre finalmente le porte alla possibilità di mettere a punto farmaci che rigenerino un cuore ormai incapace di nutrire il corpo, mandando in circolo troppo poco sangue. Infatti, i ricercatori hanno analizzato la funzione di tutti i microRNA prodotti dal genoma umano scoprendo che 40 di questi sono in grado di stimolare la proliferazione delle cellule adulte del cuore. Quando questi microRNA vengono somministrati ad un cuore che ha subito un infarto, quindi, sono in grado di rimettere in moto la replicazione dei cardiomiociti e quindi stimolare la reale riparazione del danno.